giovedì 10 agosto 2017

Aeromodellista, in che “senso”?: Parte 2 – L’udito

Nella prima parte di questo esame dei 5 sensi fondamentali dell’aeromodellista, ho parlato della vista. Ora è la volta dell’udito che, per ordine di importanza, si piazza al secondo posto.

Ricorderò sempre che, quando stavo imparando a guidare l’automobile, mio padre mi ripeteva: "Attenzione! Ricordati che si guida con le mani, gli occhi ma anche le orecchie". Ciò significa che occorre imparare a interpretare il rumore del motore, a valutare l’effetto dello scalo delle marce del cambio, ma anche a valutare rumori fuori dalla normalità.
Direi che lo stesso – fatte le dovute differenze – si può applicare benissimo all'aeromodellismo. Soprattutto per i motori a scoppio, è fondamentale imparare a interpretare il rumore del motore. Col tempo e la pratica, infatti, si riuscirà a capire se la carburazione è corretta, oppure è troppo grassa o al contrario troppo magra. E non è cosa da poco, soprattutto tenendo conto che queste regolazioni dipendono molto anche dalle condizioni atmosferiche e di temperatura presenti quel giorno sul campo. Sbagliare una regolazione significa spesso avere il motore del modello che si spegne all'improvviso in volo, costringendo il pilota ad un atterraggio di fortuna che molte volte è rischioso e talvolta fatale per l'integrità dell’aereo stesso.

Un discorso simile può essere fatto per gli aerei elettrici. Qui ovviamente non si parla di carburazione. Però un rumore sospetto, un suono meno "rotondo e armonico" come lo si conosce, può indicare che l’elica è stata stretta male, oppure che è sbilanciata. Ma attenzione: bastano pochi millimetri.
Nel mio caso da qualche giorno notavo che il rumore del mio Darko era meno pulito del solito. "Sembra un motore a scoppio" mi disse un collega del campo. Io guardavo l’elica, l’attacco e l’ogiva e quello che potevo notare era solo uno spostamento di uno, forse due millimetri della base dell’elica dal suo alloggiamento ottimale. Poi, quando ho dovuto eseguire una riparazione al carrello, ho deciso di rettificare anche l’elica. Beh… fin dal primo volo successivo il rumore era tornato ad essere pulito come lo conoscevo.

L’udito, però, non ha solo una fondamentale funzione pratica. Esattamente come la vista, anch'esso può essere un senso "connotativo", cioè che "può aggiungere e regalare emozioni a chiunque sappia coglierle". Mi riferisco soprattutto al sound del modello.
Una delle frasi più frequenti che ho sentito al campo, parlando di motori, è: "Ah no… io preferisco il motore a scoppio, anche per il suono che produce". E non è difficile immaginare il perché. In altri post ho già detto che una componente affascinante di questo hobby è il fatto di far volare qualcosa che il più possibile riproduce la realtà. Dunque il rumore del motore a scoppio è semplicemente "più realistico", e dunque più bello! Per non parlare poi di certi modelli muniti di motore a turbina. Qui davvero c’è da farsi venire la pelle d’oca per il realismo del sound che ricorda assolutamente i jet. Se poi aggiungi una costruzione fedele alla realtà, il senso di realismo è davvero spettacolare.

C’è tuttavia un altro aspetto dell’udito che vale la pena di ricordare. È il saper ascoltare. Mi riferisco in questo caso ai consigli dei "vecchi" del campo, che nella stragrande maggioranza dei casi si riveleranno utili e in qualche caso salva-modello. Ma saper ascoltare vuol dire anche imparare a cogliere frasi, testimonianze, ricostruzioni di fatti avvenuti che magari si disperdono tra i tanti discorsi che si fanno in piccionaia (ho definito così quello spazio fuori dalla pista dove i piloti attendono il loro turno di volo o semplicemente sostano tranquilli) e che possono ugualmente essere fonte di apprendimento.
Dunque, in conclusione di queste prime due capitoli, il messaggio è chiaro: occhi ed orecchie aperte! 

Nessun commento:

Posta un commento

Se ti piaciuto o non ti è piaciuto questo post, avrò piacere di leggere il tuo parere!