mercoledì 9 agosto 2017

Aeromodellista, in che “senso”?: Parte 1 - La vista

Inizio oggi un breve viaggio attraverso i 5 sensi dell’aeromodellista. Sì, proprio vista, udito, tatto, olfatto e gusto. Non perché chi pratica questo hobby debba necessariamente avere particolari doti dell’uno o dell’altro (a prescindere che ci veda ovviamente bene!). Semmai perché chi non lo conosce può ignorare la miniera di informazioni e sensazioni che proprio dalla maggior parte dei nostri sensi arrivano al pilota che sappia coglierli.
Cominciamo allora dal più importante: la vista.


Per sua stessa definizione da regolamento, l’aeromodellismo dilettantistico prevede che il pilota abbia sempre piena visibilità del proprio modello. Dunque, nei circa 6-7 minuti che può durare un volo medio ad esempio con un motore elettrico alimentato da batteria LiPo, gli occhi non si staccheranno mai dall’aereo, a parte quei frammenti di secondo in cui si osserva il timer della radio che ci indica quanto tempo ci resta rispetto a quello impostato al decollo. Ne consegue che la concentrazione sia estrema. Soprattutto se in aria ci sono più modelli che volano, e dunque occorre evitare catastrofici scontri.
La vista è dunque il senso più importante per il pilota. E durante il volo essa dovrà svolgere una miriade di funzioni: controllo del modello, della sua dinamica e della sua quota; controllo della manica a vento per vedere se la direzione e l’intensità del vento è cambiata; controllo degli altri aeromodelli in volo; controllo della pista al momento del decollo e dell’atterraggio; e così via. C’è però un altro aspetto che riguarda la vista e non è poi così scontato: quello estetico.

La bellezza di questo hobby inizia già a terra. Soprattutto oggi i modelli realizzati artigianalmente o venduti già pronti sono davvero belli. Riproduzioni spesso fedelissime di aerei veri, oppure varianti coloratissime e accattivanti. Poi c’è da dire che, un po’ come i figli, il modello ha sempre un fascino particolare per chi lo possiede e lo guida. Ricordo ad esempio l’emozione di quando presi il mio primo aereo-scuola, un U Can Fly della Hype. Già vederlo montato fu una botta al cuore. Ma vedergli spiccare il primo volo, guidato da un tutor del campo, beh… fu un’altra cosa.   

L’estetica prosegue dunque in volo. È bello vedere il modello disegnare acrobazie pulite, armoniose. È anche solo bello vederlo veleggiare. In alcuni momenti, poi, ci si mettono anche le condizioni ambientali. Tante volte, ad esempio, soprattutto d’autunno quando la luce cala presto, ho visto bagliori di luce riflettersi sulle ali del mio aereo in volo, e ho sempre pensato: "Ma quant’è bello!".


La vista, dunque può essere un senso "di servizio", cioè resta fondamentale per pilotare, ma anche "connotativo", cioè può aggiungere e regalare emozioni a chiunque sappia coglierle. Non è ad esempio affatto detto che solo il proprietario dell’aereo ne possa godere. Tante volte, seduti in quella zona fuori dal campo dove si staziona quando non si vola (io la definirei "piccionaia"), ci si ferma a osservare altri modelli in volo. E, cosa veramente meravigliosa, credo che il più delle volte si tratti di un sentimento sincero di ammirazione. Mai di invidia.

1 commento:

  1. Bello ciò che pensi e scrivi ovvio che da modellista leggendo e immedesimarsi in ciò mi fa attraversare da un brivido ripensando all ultimo modello costruito vederlo decollare ed infine atterrare poi mostrarlo e dire l'ho fatto io.
    Bello e grazie

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