Elio Corongiu |
Sabato 4 giugno 2022 - h. 6,30 - Questa mattina, all’alba, ho voluto scrivere a Elio. Finché era ancora in vita, seppur sedato e probabilmente incosciente. L’ho voluto fare di corsa, perché non avevo tempo. Non sapevo quando se ne sarebbe andato, e l’importante è che in qualche modo la sua anima abbia potuto recepirla. E avevo ragione. Poche ore dopo ci ha lasciato. Ecco la lettera. È il mio saluto, il mio ringraziamento, il mio dolore.
Ti scrivo mentre ancora ci sei. Anche se lontano, in un mondo
sonnifero che ti tiene ancora qui con noi. E lo faccio di proposito, perché
spero che in qualche modo le mie parole ti arrivino, finanche in un colloquio
sottile tra anime.
Elio, amico, maestro di volo... Elio dal viso consumato come una
pietra della tua Sardegna e il carattere
a volte ruvido come un foglio di pane carasau. Eppure pronto come una chioccia
a raccogliere sotto la tua ala nuovi aquilotti, innamorati dell’aria. A dare
loro consigli, istruzioni, coraggio e bacchettate. Perché il cielo spesso non
perdona agli sciocchi la loro stupida arroganza, e i modelli... sì i modelli
“hanno sempre ragione loro”, come hai ripetuto fino alla fine.
Nove anni fa, quando con timore e timidezza entrai nel “tuo Gruppo”,
diventasti subito il “mio” maestro. La guida, il mentore, colui a cui affidare
nuovi modelli da collaudare, la persona a cui chiedere incessantemente di
parlarmi dei segreti del volo, del fascino del volo. E ho sempre “bevuto” le
tue parole, anche a bordo campo, sapendo che da te avrei imparato. Ed ora che
questo è diventato il “mio” Gruppo, ho sempre guardato a te come un saggio
depositario di una storia lunga cinquant’anni. Un saggio dal quale a volte
dissentire, in una dialettica intelligente e viva.
Non ho tempo. Non hai tempo. Ed allora vorrei che queste mie parole
avessero “montato” un motore velocissimo, non certo quello del mio modello
preferito. E che l’aria fosse tersa e
leggera. Invece ho il vento a sfavore, e lo sai quanto odi questa condizione.
Oggi c’è vento forte e freddo che mi spira nell’anima. Un vento capace di
sollevare la pelle a vecchie cicatrici. Mannaggia... la storia si ripete, fosse
anche a 40 anni esatti. Sì, era il 1982 quando... ma non importa. Adesso no.
Impotenti come modelli spezzati, ti guardiamo avvicinare la pista, per
un ultimo decollo. E lo facciamo con rispetto, in silenzio, come quando prendevi
il volo con le tue bestiolone volanti, ruggenti in armonia col motore, irriverenti
e gagliarde come poche.
Oggi ci sediamo a bordo pista. Ordinati. Disciplinati. Increduli. Sgomenti.
Feriti. Sì, perché in fondo ti convinci sempre che certe persone siano
immortali. Che la morte possa solo fargli il solletico al naso e poi salutarle
con un marameo irriverente. Invece oggi guardiamo noi il tuo volo. E non ti
diremo certo di “stare più a Est” o di “virare più in qua”. Vola come vuoi,
maestro. Ora vola come vuoi, fregandotene di regole e sicurezza. Non so se il
vento sarà per te buono o no. Ma mi hai insegnato che si vola comunque.
E allora buon volo, amico. Però, ti prego, fammi imparare qualcosa
anche ora. Perché il domani sarà lunghissimo. Perché domani ti cercherò tra gli
alberi del campo, in cerca dell’ennesimo consiglio. E di un sorriso rugoso.
Ho conosciuto Aurelio quando mi sono iscritto nel 1971 al gruppo di Saronno. Avevo 14 anni, abitavo vicino a casa sua, ricordo stava costruendo un Tripacer. Io facevo combat vincolato e lui e altri soci pagavano a me e ad altri giovani combattari le eliche e la miscela per partecipare alle gare regionali; e la domenica ci portavano sui campi gara. Sempre prodigo di consigli, mi prestava lo Stabilit per gli incollaggi più resistenti e mi ha accompagnato lungo la costruzione del primo modelo R/C, il Gladiator. Mi voleva bene, venivo dalla Sardegna e la passione per il modellismo era almeno pari alla sua. Rimasi a Saronno per due anni, e Aurelio mi portava a volare a Fenegró oppure vicino al radiofaro, e ricordo l'affetto che provava per noi nuove leve. Alcuni anni fa ho comperato del materiale da un modellista di Saronno e gli chiesi se Aurelio facesse ancora attività, avutone conferma gli chiesi di salutalo per me; che gioia sapere che si ricordava di me. Addio Aurelio, quante belle cose riaffiorano oggi nella mia mente, su tutte quella di ricordare queste "adozioni" modellistiche, quando la cosa più bella che potesse succedere ad un adolescente era trovare chi volesse dedicarsi a sostenere la passione di un giovane modellista.
RispondiEliminaGrazie mille della tua testimonianza. L'ho girata anche al resto del gruppo ed è stata molto apprezzata. Buon tutto.... PS. Noi voliamo ancora ed Elio è certamente presente in spirito
EliminaPrima o poi passerò a trovarvi, almeno un paio di volte l'anno vengo nel comasco. Mi farà piacere conoscervi e fare un voletto nei cieli di Elio.
RispondiEliminaCaro David, sei il benvenuto. Intanto ti segno il nostro sito: www.aeromodellisticeriano.it Quando pensi di venire fai un fischio...
RispondiEliminaPreso nota, grazie.
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