mercoledì 23 maggio 2018

Ed ora atterriamo su Amazon!

Dopo una prima edizione da considerarsi "di prova", questo blog diventa ora un libro aggiornato e ampliato venduto su Amazon (114 pp, Euro 10,40 Iva inclusa). 


Ecco qui di seguito alcuni dei commenti dei lettori del blog, a cui va il mio più sincero ringraziamento (per questioni di privacy non citerò il nickname):

«Mi piace!» 

«Mi ci ritrovo in diversi punti del tuo blog, complimenti».

«Ti seguo con interesse, mi ritrovo in molte cose che scrivi (molto bene, tra l'altro)». 

«I miei complimenti .... non amo molto leggere, tranne quello che mi interessa, ma mi son fatto tutto il Blog di fila incuriosito..».

«Complimenti, davvero complimenti. Il blog è coinvolgente e veritiero. Mi sono letto di corsa, in particolare il post : "Non è un hobby per giovani?".
Mi ritrovo su tutto. E su tantissimo di altro che hai raccontato, ed espresso col cuore. Un saluto».

«Credo che raccontare delle proprie esperienze personali aeromodellistiche possa essere un contributo all'aeromodellismo stesso. Detto questo penso che raccogliendo le varie storie degli aeromodellisti ci si potrebbero scrivere libri, mi piace come scrivi ed è facile identificarsi in questi racconti». 

«Molto bello per le sensazioni vere che descrivi!!!».

venerdì 11 maggio 2018

L'arte del saper aspettare

"L’attesa del piacere è essa stessa un piacere".
(Gotthold Ephraim Lessing, 1729-1781)


Talvolta, lo confesso, provo un certo imbarazzo nel dare pienamente ragione a chi - come in questo caso lo scrittore, filosofo e drammaturgo tedesco Gotthold Ephraim Lessing - in una semplice frase racchiude un concentrato di saggezza che magari non ho il coraggio di ammettere. Imbarazzo, perché è come trovarsi di fronte ad una verità svelata che ti mette a nudo, nonostante la tua ragione voglia pensare il contrario. Come nel caso dell'attesa. Se infatti è chiaro quanto ad esempio sia deleterio e ben poco piacevole attendere per ore in macchina, sotto il sole, che la coda in strada si esaurisca, dall'altra può risultare piacevole l'attesa invece del Natale, o l'arrivo a casa di una persona cara che da tempo non si vede. Anche se conti i giorni. Anche se le ore non sembrano passare mai e imprechi contro quel tempo che ti divide dalla gioia promessa. Poi però, a posteriori, ti puoi accorgere che quell'attesa in fondo era dolce. Carica di aspettative. Finanche di sogni. E allora non ti sembra poi così brutta.

Torniamo al mondo dell'aeromodellismo. Chi lo pratica sa bene che l'attesa fa parte di questa attività. Attendi il tempo necessario perché le batterie si carichino (mettendo sulla bilancia circa due ore di carica per 5-6 minuti di volo); attendi che il meteo si stabilizzi e talvolta sei costretto a rinunciare dopo magari una settimana che aspettavi il giorno libero per volare; attendi che lo spazio aereo sia sufficientemente sgombro da altri modelli per far decollare il tuo. Ecc. Tutte attività che fanno parte della vita "quotidiana" dell'aeromodellista. Ci sono però altre attese, ben più cariche di pathos. Quando ad esempio devi collaudare un nuovo modello, oppure hai deciso che è giunto il tempo in cui sarai tu a prendere in mano la radio e quell'aereo nuovo di pacca e sarai proprio tu a gestirlo in toto, dal decollo all'atterraggio.
Ed ecco che entra in gioco Lessing. Puoi provare timore, puoi persino prefigurarti crash rovinosi, eppure in quell'attesa così carica di emozione c'è un sottile filo di piacere. Quasi masochistico perché comunque, come detto, puoi provare timore e forse avresti anche voglia di evitarti tanto stress ricorrendo ad esempio ad un modello già conosciuto e che ti ispira fiducia. Eppure decidi di andare avanti. Ed ecco che allora disagio e piacere iniziano a convivere più o meno serenamente.
Il piacere in questo caso nasce dal fatto che ti prefiguri anche un successo, e l'ondata di serotonina che potrà di conseguenza invadere il tuo ego. In parole povere ti prefiguri una massiccia dose di autocompiacimento, cosa che non è affatto da poco.

Ecco allora che si ripropone la "sindrome del Natale". L'attesa, che può diventare snervante, assume comunque un sottile velo di piacere. Poi, una volta passato l'evento, cosa rimarrà? Nel caso del campo volo probabilmente si ripenserà a tutta quella dose di pensieri che hanno accompagnato l'attesa, e ci si potrà persino sentire sciocchi nell'aver sprecato tante energie psicofisiche. Ma dall'altra si potrà anche compiacersi nel aver saputo vivere quell'attesa con determinazione. Finanche coraggio. E da qui, a posteriori, provare persino piacere.

Eh sì, caro Lessing, mi sa che anche stavolta hai ragione...

domenica 6 maggio 2018

Scienza o mistero?

Recentemente, a seguito di una discussione tecnica sulla fisica del volo, mi è capitato di cercare su Internet informazioni semplici e chiare sul perché un aereo può sostenersi in aria. Così, con mia grande soddisfazione, ho trovato il documento di un ingegnere che in poche pagine mi ha aperto un mondo. Mi sono reso così conto che le mie nozioni di base non solo erano precarie, ma anche in parte incomplete. E tra principio di Bernoulli ed effetto Coanda sui fluidi, ho finalmente capito qualcosa di più che, sono sicuro, in parte mi servirà anche per pilotare le mie "bestiole" al campo.
Preso dall'entusiasmo, ho subito condiviso l'informazione on line con i miei amici-colleghi. 

Uno di loro ha risposto: "Preferisco il mistero...".

La persona in questione - pilota che peraltro stimo molto per il suo stile di volo - inconsapevolmente in questo modo ha aperto una questione, se non proprio una dicotomia tra due schieramenti ben presenti in un campo volo: coloro che volano per un puro gusto ludico e quelli che invece amano approfondire; sono curiosi e gradiscono capire il perché delle cose, andando in questo caso a rispolverare nozioni di aerodinamica che in qualunque caso - secondo il loro parere - "sono necessarie per chi ama questo hobby". Non è certo mia intenzione giudicare gli uni e gli altri. Piuttosto approfondire quegli scenari che il commento del mio collega apre e che vanno un oltre la semplice valutazione iniziale.

Come tutti noi sappiamo, non è necessario avere nozioni tecniche specifiche per guidare un'automobile; allo stesso modo non serve essere informatici per utilizzare un personal computer. Dunque può anche non servire conoscere esattamente le ragioni fisiche per cui un aereo vola, e limitarsi a godere di questo presunto "miracolo", cedendo al fascino del mistero. Fascino, sì, perché quel preferisco  il mistero non vuol dire "non ho la testa per leggere trattati di fisica per capire perché il mio aeromodello sta in aria", piuttosto: "potrei cercare di capirlo ma preferisco non saperlo". E dunque: "preferisco quell'alone di mistero che rende intrigante e meraviglioso il fatto che un oggetto pesante possa librarsi in aria come un uccellino", o qualcosa di simile. La questione, in quest'ottica, non diventa più un semplice schierarsi tra quelli che potrebbero essere definiti "piloti della domenica" (in quanto si limitano a caricare batterie, accendere la radio e volare senza porsi domande) e invece coloro che fanno dell'aeromodellismo un momento anche di formazione culturale, dove conoscenze, pratica e manualità la fanno da padrone. Diventa invece un dividersi tra "tecnici" e "sognatori", tra coloro che comunque vogliono capire e coloro che invece preferiscono fermarsi un passo prima.


A questo proposito ricordo che anni fa organizzai un evento letterario il cui tema era grossomodo questo: quanto può ancora affascinare la Luna dopo che l'uomo ci ha messo i suoi piedoni sopra? Sì, perché un conto è ispirarsi a quell'oggetto meraviglioso che per sua natura suscita ammirazione e romanticismo; un conto e rendersi conto che è un satellite grigio, polveroso e pressoché morto. In più ora conserva sulla sue superficie non solo le nostre "pedate", ma anche materiale di scarto delle vecchie missioni Apollo.
Il concetto è identico: è meglio sognare (leggi: "accettare l'idea che l'aereo voli senza capire perfettamente il perché";nonché "ispirarsi alla bellezza della Luna tout court") oppure sapere (leggi: "capire il principio di Bernoulli e l'effetto Coanda"; nonché "sapere che la Luna è un enorme sasso polveroso e senza colori")?

Ripeto. Qui non si tratta di giudicare chi abbia ragione. E nemmeno di criticare o meno i "piloti della domenica". Piuttosto di scegliere tra scienza e mistero. O, meglio: tra sogno e realtà.