Da quanto scritto
finora dovrebbe risultare chiaro che l’approccio al volo aeromodellistico può
avere sfaccettature diverse. C’è chi vola in maniera assolutamente rilassata;
chi è alle prime armi e dunque è teso come una corda di violino; chi cerca la
perfezione nelle sue manovre acrobatiche e dunque ha una tensione diciamo "costruttiva" e non "limitante", e così via. Poi c’è chi, come me (non ho
problemi ad ammetterlo) pur volando da qualche anno conserva per indole una
certa dose di tensione che poi si scarica minuto dopo minuto, salvo poi
sciogliersi in una scarica di serotonina che mi allarga il sorriso e la
soddisfazione. Il divertimento c’è, ci mancherebbe altro, ma diciamo che
diventa non una componente tout court,
piuttosto una conquista successiva all'avere fatto tutte le manovre a dovere e avere
riportato il modello a terra senza danni.
È dunque comprensibile
come la preparazione al volo diventi una
sorta di rito, dove l’abitudine e la sequenza delle cose da fare in qualche
passaggio sfocia in una sorta di scaramanzia annacquata tuttavia da
considerazioni molto pragmatiche. In sostanza: non ci credo, però… È quello che definirei il rito, anche se – a dire il vero – la sequenza delle azioni non è
così rigida come si potrebbe pensare.
Soprattutto a chi non
conosce questa pratica, ricordo che tra l’insorgere del desiderio di volare e
il decollo vero e proprio, passa un discreto periodo di tempo. Vediamo allora
una tipica sequenza dettagliata, con relative criticità.
Fase
1: Decisione – Ho
deciso che andrò al campo. Per prima cosa devo far combaciare il mio momento
libero con la presenza di altri piloti. A parte il week-end, dove sono sicuro
di trovare qualcuno, durante la settimana devo sapere se sarò solo oppure no.
Nel primo caso, il volo sarà sconsigliato, perché non ci sarebbe nessuno ad
aiutarmi in caso anche di un banale incidente. Nel secondo… dipende. Nel mio
caso so ad esempio che quasi sempre trovo qualcuno, con due o tre giorni più o
meno "canonici".
Fase
2: Il meteo – Scelto
il giorno, si passa al controllo del meteo: pioverà? Ci sarà nebbia? O anche:
ci sarà troppo vento? In questo caso le App meteo per il cellulare sono
utilissime. Se non fosse che spesso non tutte si trovano d’accordo. È probabile
che ad esempio tutte mi dicano che c’è sole. Ok. Ma il vento? Qui spesso i dati
non combaciano. Per una stessa ora di uno stesso giorno, qualcuna mi può
segnare 5 km/h (e va bene), un’altra 12 km/h e non va bene, almeno per me.
Soluzione? Io ho sul cellulare tre App meteo. Se sono in disaccordo tra loro,
faccio una media e decido!
Fase
3: Carica batterie – Per
chi, come me, vola con un modello elettrico, il tempo di carica delle batterie
non è da sottovalutare. Se pensiamo che per una carica "dolce" e quindi tale da
non stressare le celle ai polimeri di Litio occorrono circa due ore, se noi
pensiamo di fare almeno tre voli, dobbiamo mettere in conto circa sei ore solo
di carica. Per questo la fase 3 solitamente viene effettuata il giorno
precedente.
Fino qui c’è la normale
sequenza che la maggior parte dei modellisti segue. Poi inizia la
personalizzazione. Io ad esempio scelgo con cura come vestirmi. Non che mi
aspetti una sfilata…. ci mancherebbe… però ad esempio ci sono magliette che mi
sono molto care e che magari desidero indossare quel giorno. Oppure due o tre
in particolare, che uso solitamente nelle giornate più impegnative: il primo volo
dopo un crash, un collaudo, l’annuale
gara interna al club.
Si arriva così al
campo. Io ad esempio avrei un paio di strade per arrivarci. Ma… ed è qui che
spunta la coda della scaramanzia, faccio sempre la solita. Da quattro anni a
questa parte. Così come indosso sempre un cappellino da baseball (anzi, "il"
cappellino, personalizzato con motivi aeronautici), fondamentale d’estate,
utile d’inverno e… presente comunque in ogni stagione.
Sia chiaro: non è che
se per caso dimentico il cappellino (cosa peraltro rara) o cambio strada,
decido di non volare. No! Però, diciamo che l’abitudine è questa. E preferisco
non cambiarla.
Una volta pronto tutto
– ovvero aereo scaricato dalla macchina con cassetta degli attrezzi e
bottiglietta d’acqua – inizia la fase pre-volo: ambientazione, rilassamento,
concentrazione, occhio puntato sulla manica a vento per seguirne ogni sviluppo
di direzione e intensità delle correnti d’aria ecc. Una volta che è tutto ok,
seguono i controlli pre-volo, l’arrivo sulla pista e il decollo.
Ho già fatto cenno in
altri post a questi secondi in cui, modello in mano e radio nell’altra,
guadagni il centro della pista. È solo una manciata di tempo, dove tuttavia la
concentrazione si carica a mille, e ogni fibra del corpo diventa pronta a
intervenire. Eppure c’è anche spazio per il piacere, per sentirsi in qualche
istante tutt’uno con l’aria che ti accarezza il viso e gli inquilini del cielo
con cui spesso ti trovi a volare. E vedere il tuo modello magari accompagnato
da un piccolo stormo di piccioni o rondini… beh… è una sensazione curiosamente
bella.
Nessun commento:
Posta un commento
Se ti piaciuto o non ti è piaciuto questo post, avrò piacere di leggere il tuo parere!