giovedì 6 dicembre 2018

Gelo o caldo non c'è scampo!

Gelo o caldo non c'è scampo/ noi si va tutti al campo,/ perché altro che vuoi fare/ con 'sta voglia di volare?
(Mia filastrocca)

Quasi fine Novembre. Il cielo è gonfio di nuvole nere. Fa freddo. Nell'aria ci sarà un'umidità forse del 95%. La nostra pista di decollo/atterraggio sembra un campo di patate. I lombrichi hanno giocato a lungo a fare torrette di fango. L'erba è tumida d'acqua. A malapena si scorge un'area rasata, utile per il decollo. Accanto al casotto c'è la macchina ferma. E in mezzo alla pista ci sono io. Solo come un numero primo. Radio da una parte, elicottero dall'altra, affondo i piedi nell'umido della terra. So che ho a disposizione forse mezz'ora. Il meteo è chiaro: pioviggine e poi pioggia, tanta pioggia. Ma non mi scoraggio. Un incidente mi ha costretto ad un delicato intervento di incollaggio di un meccanismo dell'elicottero. Un'ora di intervento a "modello aperto", con tre dita su dieci incollate, e tante imprecazioni. Ma per fortuna c'è l'Attak. Santo Attak, protettore di noi modellisti, il fluido magico capace di decidere il destino del modello: o volo o pensione. Oggi ha vinto il volo. Però occorre un nuovo collaudo. Una nuova sfida.
E chi se ne frega se c'è un'aria più da caldarroste che da collaudo. Mezzora, va bene. È sufficiente.
Guadagno la pista, il modello scodinzola, imbarda un poco (si sposta di lato, ndr), punta in basso il muso come un toro che carica e poi fiero della sua batteria a due celle si alza. Quieto, pulito, rassicurante. Godo come un matto, potrei già scendere, ma voglio sperimentare nuovamente la durata della batteria. Il cronometro del cellulare corre. Io no.
Intanto sento gocciolare. A fine volo vedrò che la radio è puntinata di gocce di pioggia. Ma "Gelo o caldo non c'è scampo". Oggi è troppo importante. È un po' come un paziente di ortopedia che prova nuovamente a camminare.
Sei minuti. Sento che la batteria si affloscia. Allora scendo, mi poso sull'erba e stacco tutto. Perfetto. Tutto bene, mentre inizia a piovere seriamente. Ricovero il modello in auto come una tela preziosa e sotto la tettoia mi godo il campo di patate. Pochi minuti e poi, sotto l’acqua, riguadagno la strada di casa. Lasciando nell'aria il sorriso dei lombrichi... e una pacca di soddisfazione sulla mia gamba.

2 commenti:

  1. Ciao Stefano, girovagando in rete sono stato attirato dal topic del tuo post. Entro leggo ehhhh che bello sono molto felice di essere entrato nel tuo Blog. Grazie leggerti mi ha rilassato e divertito. Buon Vento da un amante del volo. Se ti va passa nel mio blog. Grazie ancora.

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  2. Ciao Christian. Grazie del tuo commento che mi ha fatto molto piacere. Lo sai che ora questo blog è diventato anche un libro che sto vendendo solo su Amazon? Lo trovi qui: https://www.amazon.it/dp/1981085475
    Ho visto il tuo blog. Interessante! Non avrei mai pensato ad un blog dedicato al volo virtuale. Bella idea!
    Ho iniziato a scrivere il mio perché questo hobby mi ha preso il cuore, e quando capita così ho spesso bisogno di condividere emozioni e idee con gli altri. E così è nato. Se ti fa piacere restiamo in contatto. Se non sbaglio non siamo neanche lontani: io abito a Seveso (MB).Ti segno la mia email che trovi anche sotto il mio profilo sul blog: stefano.nicelli@gmail.com
    Grazie ancora e buon vento anche a te!

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