A ben
guardare il percorso che ogni aeromodellista compie nell'avvicinarsi e nel
coltivare questo hobby, dovrebbe apparire chiaro come una costante che si
ripresenta, sia da neofiti che da esperti, è la pazienza. E di conseguenza l’attesa.
Sì, l'aeromodellismo
può diventare una buona palestra per rafforzare la nostra capacità di attendere con pazienza. Fin dall'inizio,
quando si deve scegliere il primo modello che fungerà da cavia dei nostri
inevitabili errori.
Già in
altre occasioni ho scritto che lasciarsi prendere dall'entusiasmo e puntare
subito su aerei bellissimi, magari riproduzioni di velivoli della seconda
Guerra mondiale, rappresenta un errore grave. In genere sono infatti troppo
difficili da guidare per mano di una mano inesperta, e la quasi certa caduta
con rottura di un aereo che può costare diverse centinaia di euro, rappresenta
spesse volte il motivo per cui si abbandona subito questa attività. Se poi
parliamo di elicotteri, il rischio di ferite anche gravi a chi pilota (e non
solo) è dietro l’angolo, e dunque il discorso si complica ulteriormente.
Attendere in questo caso significa allora cercare, chiedere consiglio e
valutare con onestà il modello che può essere più adatto a noi. E non importa se ci sentiamo già l’equivalente di Valentino Rossi per la moto. Si deve
iniziare dalla bicicletta. Anche se l’attesa in questo caso diventa spesso
smania. La volontà di avere subito in mano il modello e alzarlo in volo, è
certamente forte e corrosiva. Ma allo stesso modo può essere deleteria.
Un secondo
momento in cui la nostra pazienza viene
sollecitata è durante le prime fasi di addestramento al volo. In genere ci si
iscrive ad un campo e si viene affiancati da un pilota esperto che, con la
radio a doppio comando allievo-maestro, inizia a introdurci ai primi svolazzi
da aquilotto. In altri casi – com'è capitato a me – il tutor fa decollare
l’aereo, ti passa la radio una volta raggiunta una quota di sicurezza, ed è
pronto a riprenderla in caso di difficoltà o di atterraggio.
Normale
prassi dell'imparare. Però c'è da dire che – a parte qualche caso – non è come
andare in montagna e seguire un corso di sci con il maestro. Il più delle volte
devi metterti d'accordo con il tutor su giorno e ora in cui trovarsi, e comunque
aspettare con pazienza che lui diventi disponibile. Magari lasciandogli giustamente
il tempo di fare i suoi voli in santa pace.
Anche in
questo caso l’attesa può non essere vana. Frenando la nostra "fregola" del
volare, possiamo osservare gli altri piloti, ascoltare i loro commenti, e
cercare di carpire ogni informazione che possa poi risultarci utile.
Una volta
acquisita una certa dimestichezza, dobbiamo ancora aspettare. Sì. Non è una
prerogativa solo dei neofiti! I casi in questa fase possono essere molteplici:
- Si deve
aspettare che passi il brutto tempo, anche se si ha a disposizione un unico
giorno libero per volare e proprio allora piove, nevica, c’è vento forte.
Ricordo ad esempio un autunno in cui giunsi al campo tutto arzillo. Non
pioveva. Non c’era troppo vento. Ma… non avevo fatto i conti con l’unica cosa
che non mi aspettavo: la nebbia!
- Se si
vola con un motore elettrico, occorre avere la pazienza di caricare le batterie
in una modalità tale da non stressarle e dunque rovinarle (fino a due ore per
batteria per pochi minuti di volo effettivo).
- Si deve
aspettare che l’area di volo si liberi da altri piloti che volano. A parte il
numero massimo di velivoli prescritto da ogni regolamento di campo, volare in
più modelli è certamente più complesso e occorre avere una concentrazione
doppia.
- Soprattutto
se le nostre manovre di decollo sono ancora un po’ lente e impacciate, è bene
aspettare che salga in volo il collega che in dieci secondi ha già portato il modello in quota, piuttosto che farlo tardare inutilmente.
In
conclusione: imparare a gestire l’attesa con pazienza e magari riuscire a sfruttarla per migliorare, è la cosa più saggia – anche se certamente non
facilissima – da fare. D’altra parte è una componente insita anche in questo
hobby, così come in tante altre attività. Conoscerla diventa dunque il modo
migliore per iniziare ad affrontarla.
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