sabato 2 settembre 2017

La pazienza è la virtù dei… piloti

A ben guardare il percorso che ogni aeromodellista compie nell'avvicinarsi e nel coltivare questo hobby, dovrebbe apparire chiaro come una costante che si ripresenta, sia da neofiti che da esperti, è la pazienza. E di conseguenza l’attesa.

Sì, l'aeromodellismo può diventare una buona palestra per rafforzare la nostra capacità di attendere con pazienza. Fin dall'inizio, quando si deve scegliere il primo modello che fungerà da cavia dei nostri inevitabili errori.
Già in altre occasioni ho scritto che lasciarsi prendere dall'entusiasmo e puntare subito su aerei bellissimi, magari riproduzioni di velivoli della seconda Guerra mondiale, rappresenta un errore grave. In genere sono infatti troppo difficili da guidare per mano di una mano inesperta, e la quasi certa caduta con rottura di un aereo che può costare diverse centinaia di euro, rappresenta spesse volte il motivo per cui si abbandona subito questa attività. Se poi parliamo di elicotteri, il rischio di ferite anche gravi a chi pilota (e non solo) è dietro l’angolo, e dunque il discorso si complica ulteriormente.
Attendere in questo caso significa allora cercare, chiedere consiglio e valutare con onestà il modello che può essere più adatto a noi. E non importa se ci sentiamo già l’equivalente di Valentino Rossi per la moto. Si deve iniziare dalla bicicletta. Anche se l’attesa in questo caso diventa spesso smania. La volontà di avere subito in mano il modello e alzarlo in volo, è certamente forte e corrosiva. Ma allo stesso modo può essere deleteria.

Un secondo momento in cui la nostra pazienza viene sollecitata è durante le prime fasi di addestramento al volo. In genere ci si iscrive ad un campo e si viene affiancati da un pilota esperto che, con la radio a doppio comando allievo-maestro, inizia a introdurci ai primi svolazzi da aquilotto. In altri casi – com'è capitato a me – il tutor fa decollare l’aereo, ti passa la radio una volta raggiunta una quota di sicurezza, ed è pronto a riprenderla in caso di difficoltà o di atterraggio.
Normale prassi dell'imparare. Però c'è da dire che – a parte qualche caso – non è come andare in montagna e seguire un corso di sci con il maestro. Il più delle volte devi metterti d'accordo con il tutor su giorno e ora in cui trovarsi, e comunque aspettare con pazienza che lui diventi disponibile. Magari lasciandogli giustamente il tempo di fare i suoi voli in santa pace.
Anche in questo caso l’attesa può non essere vana. Frenando la nostra "fregola" del volare, possiamo osservare gli altri piloti, ascoltare i loro commenti, e cercare di carpire ogni informazione che possa poi risultarci utile.

Una volta acquisita una certa dimestichezza, dobbiamo ancora aspettare. Sì. Non è una prerogativa solo dei neofiti! I casi in questa fase possono essere molteplici:

- Si deve aspettare che passi il brutto tempo, anche se si ha a disposizione un unico giorno libero per volare e proprio allora piove, nevica, c’è vento forte. Ricordo ad esempio un autunno in cui giunsi al campo tutto arzillo. Non pioveva. Non c’era troppo vento. Ma… non avevo fatto i conti con l’unica cosa che non mi aspettavo: la nebbia!

- Se si vola con un motore elettrico, occorre avere la pazienza di caricare le batterie in una modalità tale da non stressarle e dunque rovinarle (fino a due ore per batteria per pochi minuti di volo effettivo).

- Si deve aspettare che l’area di volo si liberi da altri piloti che volano. A parte il numero massimo di velivoli prescritto da ogni regolamento di campo, volare in più modelli è certamente più complesso e occorre avere una concentrazione doppia.

- Soprattutto se le nostre manovre di decollo sono ancora un po’ lente e impacciate, è bene aspettare che salga in volo il collega che in dieci secondi ha già portato il modello in quota, piuttosto che farlo tardare inutilmente.

In conclusione: imparare a gestire l’attesa con pazienza e magari riuscire a sfruttarla per migliorare, è la cosa più saggia – anche se certamente non facilissima – da fare. D’altra parte è una componente insita anche in questo hobby, così come in tante altre attività. Conoscerla diventa dunque il modo migliore per iniziare ad affrontarla.

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