giovedì 3 agosto 2017

Quell'ultimo volo...

Succede sempre così. Hai in mente di fare solo un paio di voli (ovvero usi due batterie che hai caricato fin dal giorno prima) però ne hai una terza. Turgida di energia. Allora dici: "Ok, dai, un ultimo volo". Ed è proprio lì che ti capita un incidente.
A me è successo un paio di volte. L'ultima oggi.

3 agosto. Caldo infernale. Il campo è una landa deserta che non promette nulla di buono. Gli altri amici piloti (forse saggiamente) saranno a casa sotto l'aria condizionata. Si toccano i 36 gradi, ma mi ripeto Only the brave, "solo i coraggiosi". Così tolgo Darko dalla macchina, innalzo la manica a vento e aspetto. Volare da soli è sconsigliato. Per fortuna dopo mezz'ora di sauna arriva un collega, pilota esperto e concorrente di gare importanti.

Volo. Primo decollo ok. Svolazzo, mentre il sudore mi riga la faccia e gli occhi appiccati al modello. Darko è una libellula: tonneau, looping. Eh vai! Atterro senza problemi. Tolgo la batteria e mi accascio sulla sedia. Meritato riposo.
Intanto il collega litiga con il carburatore del suo nuovo modello: un gigante. Bellissimo.

Riguadagno allora la pista che resta libera. Altro decollo. Svolazzo. Libellula. Atterro. Fantastico. Oggi sono un mostro! 
Il collega finalmente ha risolto i problemi. Lo osservo con ammirazione. Siamo solo in due a 38 gradi. Due pazzi.
Il suo modello s'alza il volo ma il motore tossisce... gira male... Lo sento anch'io che non sono esperto di motori a scoppio. Dopo pochi minuti il motore si spegne. Icaro radiocomandato cede quota. Occorre un atterraggio di fortuna. Il collega lo fa, ma la bestia mangia più pista del dovuto ed esce sullo sterrato.

Lo vedo arrivare tenendo la bestia per la coda. "Niente di rotto?" gli grido. "No". Ma non è vero. Dopo scoprirà che il carrello è lesionato. Reagisce da lord inglese. Neanche una piega. Io mi sarei disperato e avrei reagito come se mi avessero pestato un callo infiammato.

Guadagno il centro-pista per il mio terzo volo. È raro che lo faccia. In genere ne faccio solo due. Va beh. Oggi sono un mostro. Decollo, libellula, e atterraggggggg....

MERDA!

Darko smusa come una balena goffa e il carrello si stacca insieme a pezzi di polistirolo. Io non sono un lord inglese. Inizio a imprecare. Contro di me. Probabilmente ho sbagliato io.

Ho nella cassetta del campo l'equivalente del pronto soccorso: vale a dire colla bicomponente e nastro adesivo telato. Opero immediatamente. Vedere Darko sventrato... mi piange il cuore. Incollo. Dopo mezz'ora il paziente reagisce. La riparazione sembra ok. Sembra che non sia successo nulla. Ora bisognerà aspettare che la colla si indurisca come un diamante. Poi...

In altri tempi sarei stato preso dall'ansia e dall'angoscia, oltre a tre chili di parolacce riferite alla sfiga, al vento e a me stesso. Oggi no. Darko completa tranquillo la sua degenza. Però è tornato come prima: cioè aggiustato. Ma soprattutto non ho paura di tornare in volo. Credo di aver capito l'errore. Mezzo millimetro di potenza in meno durante l'atterraggio. Forse un micro-stallo, unito ad una vampata di vento stronzissima e puff, ecco che la bestiola smusa e si sventra.
È questo che l'aeromodellismo, le parolacce e il tempo mi ha insegnato: capisci l'errore, ripara e vai con il ventoDopo tutto, un collega saggio mi disse: "Guarda che è il modello che cade, mica tu!".
Lo dico oggi. Un anno fa avrei quasi pianto. Anche questa è esperienza...

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