mercoledì 2 agosto 2017

Scuola di volo - Parte 1

Ho sempre pensato che anche questo hobby, come del resto altri, sia in grado di insegnare molte cose, a patto che chi lo pratica abbia la sensibilità, l'acutezza e l'umiltà di accorgersene. E per prima cosa credo proprio che sia l'umiltà uno degli insegnamenti principali. A partire dalla scelta del modello. 

Inutile dire che all'inizio ognuno di noi è stato attratto da modelli stupendi: riproduzioni di aerei della II Guerra mondiale, jet moderni, aerei da turismo, che tuttavia il più delle volte avevano una caratteristica in comune: non erano adatti ai principianti. Perché difficili, poco gestibili, troppo veloci ecc. I modelli per neofiti, invece, sono perlopiù miserevoli a confronto dei primi: basilari nell'estetica, a volte goffi e così via. C'è tuttavia una cosa importante da dire: un modello basilare e goffo ti permette comunque di imparare, cadere, imparare e ancora cadere in relativa sicurezza, sapendo di spendere cifre tutto sommato contenute. Gli altri no. Non perdonano. Se messi in mano ad un neofita, il rischio di cadute e dunque danni costosi è quasi certo.
Ecco allora che entra in gioco l'umiltà: essere umili significa in questa fase accontentarsi, restare al proprio posto. Ovvero volare con un modello da principianti, meglio ancora se di seconda mano. Tanto il crash è dietro l'angolo, e allora  è meglio mettere in gioco un valore inferiore a quello che vorrebbe il nostro ego. Ci sarà tempo per modelli più difficili e più belli, tenendo conto che in genere "l'ansia da prestazione di volo è direttamente proporzionale al valore economico del modello": per una ciabatta volante caduta, mi rammarico; per un jet da 2000 euro, mi dispero.

Umiltà significa anche farsi aiutare. Questo hobby è pieno di piloti "fai da te". È pur vero, però, che se si ha la possibilità e l'umiltà di iscriversi ad un campo e farsi seguire, passo passo, senza vergogna e fretta, da un pilota più esperto, allora i tempi di apprendimento si riducono, la qualità dell'insegnamento ci guadagna e i crash diminuiscono. 
In ogni campo c'è sempre qualcuno che sarà disponibile ad insegnare a volare. A patto però che l'allievo non dimostri arroganza, prepotenza, inaffidabilità (come persona, non come pilota alle prime armi). 

Umiltà significa anche imparare passo a passo. Chi vuole strafare, chi insomma vuole buttarsi nelle acrobazie aeree dopo poche settimane di pratica perché vuole "bruciare le tappe", allora va perlopiù incontro a cocenti cadute che spesso li porta ad abbandonare precocemente questa pratica hobbistica. C'è tempo per tutto, anche per le acrobazie.

Ricordo ad esempio che con il mio Darko all'inizio qualche manovra acrobatica la facevo. Poi, dopo un paio di crash rovinosi, smisi completamente di volare con lui, tornando al mio vecchio modello-scuola, più rassicurante.
Dopo mesi tornai a volare ancora con Darko. Ma la figura del tonneau, dove il modello gira su se stesso sull'asse longitudinale (figura non troppo difficile) ci impiegai mesi per rifarla. Avevo paura. Sì, avevo paura di farla, anche se conoscevo benissimo la tecnica. Poi un giorno la feci, senza pensare. E da allora non manca mai in ogni mio volo. Ma per un certo tempo ebbi l'umiltà di fare un passo indietro, tornare al mio vecchio e scassato modello più lento e gestibile per riprendere fiducia. Salvo poi tornare a svolazzare come un aquilotto.

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