sabato 5 agosto 2017

Non è un hobby per giovani?

L'aeromodellismo dinamico, come probabilmente altri hobby, può avere un percorso di avvicinamento curioso. Spesso lo si scopre da ragazzi, se non proprio da bambini. Complice il fatto di avere un papà appassionato, o anche solo come evoluzione naturale di quei giochi radiocomandati tanto apprezzati soprattutto da noi di mezza età, che "ai nostri tempi non c'erano tutte queste meraviglie". Così non è affatto infrequente vedere al campo ragazzi dai 9-10 fino ai 16-17 anni svolazzare con delle capacità - ma soprattutto dei tempi corti di apprendimento - da farci sentire ancora più vecchi di quello che effettivamente siamo.
I ragazzi, complice sicuramente l'evoluzione fisica e tecnologica a cui sono sottoposti, sembrano dunque avere un feeling naturale con gli stick (le due "barrette" della radio che permettono di guidare il modello, nda), tanto che per molti di loro è facile immaginare un futuro prossimo fatto di evoluzioni da capogiro. Poi, però, qualcosa scatta. Il loro orologio si ferma e, un po' come la Luna, entrano in una zona d'ombra di radiofrequenza. In poche parole mollano tutto.

Perché?

Sentendo parlare i padri (io stesso ho un'esperienza simile con mio figlio) ed i "vecchi" del campo, arrivati ad una certa età questi ragazzi preferiscono uscire con la fidanzatina e gli amici, piuttosto che sudare o prendere freddo al campo volo. E ci sta, per l'amor di Dio. Il fatto è che pochi di questi giovani piloti mancati un domani deciderà di riavvicinarsi a questa attività. A volte è semmai più facile che una persona digiuna di questo fino a 40, 50 ma anche 60 anni, decida di intraprendere questo hobby, raggiungendo risultati ragguardevoli.
Io, fidanzatine a parte, ho anche un'altra idea. Come detto in molti altri miei post, l'aeromodellismo prevede anche una certa dose di rammarico: per le inevitabili cadute dei modelli, gli stop forzati per le riparazioni e, non ultimo, il costo di eventuali pezzi di ricambio. Prevede però anche un'animo pronto a subire gli smacchi, a "tornare indietro" nelle proprie certezze di essere un pilota strafigo ed extra-bravo, a subire l'umiliazione del tuo ego per un errore madornale che è costato lo sbriciolamento di mezzo modello. I ragazzi, oggi, sono tutti pronti ad accogliere questo? No. Mi dispiace. Non tutti.

Ho visto adolescenti voler mollare tutto dopo il primo crash. Ci sta. La loro personalità, la loro resilienza deve ancora crescere. Però qui entra in gioco il fattore del tutto e subito. Io voglio diventare un pilota bravo come il mio istruttore e lo voglio fare nel giro di massimo un anno. Oppure: io voglio fare le acrobazie 3D nel giro di due mesi, perché mi stufo subito di girare in ovale come un fesso.

Eh caro amico, no. Non funziona così. Ed è per questo, per il mancato raggiungimento di un obiettivo francamente troppo difficile, che molti smettono. La ricordate la favola La volpe e l'uva? Dopo aver desiderato tanto un bel grappolo, la volpe, non riuscendo a mangiarlo, lo denigra dicendo che era acerbo e dunque non buono.

Il pilota maturo, o comunque più maturo, è facile invece che sappia dosare il suo entusiasmo così come il suo sconforto. Che sappia aspettare. E, cosa non da poco, che sappia godere di particolari: il rumore del modello in volo, l'estetica di quando vira, l'equilibrio nelle manovre ecc. Insomma, se mi è concesso è un po' come fare l'amore: da giovani ci si butta. Da maturi si apprezza anche tutto il contorno. Ed è per questo che mi chiedo: l'aeromodellismo è un hobby per giovani?

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