lunedì 7 agosto 2017

Bulli, pupe e bulloni

Una delle prime cose che balza agli occhi frequentando un campo volo è la quasi totale assenza di donne-pilota. C'è tuttavia qualche eccezione.
Un collega che frequenta gare regionali mi ha confermato che "no, qualcuna c'è. In netta minoranza, però. Anzi" - ha proseguito con una punta di stizza - "una volta una di loro mi ha pure battuto". 
La situazione sembra dunque essere questa: di norma nessuna (o quasi) donna frequenta regolarmente un campo; chi lo fa, in ogni caso eccelle.

Perché?

La prima risposta è facile. Chi si dedica a questo hobby probabilmente da bambino si sarà divertito con tutti i giocattoli "di movimento" che almeno erano disponibili per la mia generazione. Vale a dire macchinine, qualche veicolo filoguidato, e per i più fortunati anche qualche modellino di aereo dal volo vincolato ad un cavetto. Tutti giochi di movimento, ho detto, e dunque quasi del tutto preclusi alla popolazione femminile, a cui sono stati invece dedicati da sempre giochi più statici. Non solo. Gli aerei (ma anche gli elicotteri e le macchinine) fino a pochi anni fa erano perlopiù dotati di soli motori a scoppio. Quelli elettrici sono arrivati più tardi, quando la tecnologia delle batterie ha permesso performance migliori in termini di durata e prestazioni. Dunque ancor di più è il maschietto ad amare - in generale - mettere mano a tutto ciò che è meccanica, motori ecc. Certo in misura maggiore rispetto al mondo femminile.
Detto questo, l'assenza di donne presso i campi volo sembra dunque avere una ragione "storica" e "sociologica"; in una parola "di costume".

C'è però di più. Pensiamo solo al mondo delle moto. Pullula di donne, di lady bikers, come amano definirsi. Perché? Il discorso della moto non può essere forse collegato a quanto detto prima?
Attenzione. Facciamoci caso. Fino a pochi anni fa il mondo delle moto era prettamente maschile, e la donna faceva da compagna, da spalla all'uomo. Era insomma il classico caso della pupa che sta con il bullo a cui piacciono i bulloni della sua motocicletta. La presenza di donne era dunque "giustificata" ma anche "garantita" dal vivere in un certo senso come satelliti dell'uomo.
I tempi poi sono fortunatamente cambiati. Le donne sono passate da un semplice ruolo di spalla ad uno da protagonista. Ed ecco allora che sono nate le prime lady bikers. Certo in minoranza anche loro (se considerate come appassionate a sé e non semplici compagne di un motociclista), eppure presenti. 

Dunque, la stessa cosa potrebbe accadere anche al nostro mondo di modelli?

Io credo di no. Per un semplice motivo. Il mondo delle moto incarna ancora oggi in molti casi la figura dell'uomo "rozzo e figo", del bullo per farla semplice(*). Come tale un biker può affascinare la pupa di turno, mentre invece allontanare la ragazza più "tradizionale". L'uomo modellista no. Mi dispiace. Non può far rombare il suo modello con motore a 4 tempi al ciglio della pista di decollo e sperare in questo modo di fare colpo sulla belloccia che magari ha accompagnato il fratello al campo. Lo potrà fare con la sua moto, il suo giubbotto di pelle, i suoi stivali su qualche ragazza che ama questo genere di uomo. Dunque non ci può essere a mio parere un "ripopolamento di donne (**) presso i campi volo" legato alle semplici dinamiche dell'attrazione uomo-donna, e pensare che da "spalla" diventino anch'esse piloti.

Però nulla è scontato. In Italia abbiamo persino piloti donne di Eurofighter Typhoon EFA 2000. Quindi...   



(*) Mi perdonino i motociclisti per questa brutale semplificazione che non considera le mille sfaccettature esistenti di cui comunque sono a conoscenza
(**) Uso volutamente questo termine più incline alla biologia che alla sociologia; mi perdoni ancora chi si sente offeso

Nessun commento:

Posta un commento

Se ti piaciuto o non ti è piaciuto questo post, avrò piacere di leggere il tuo parere!