lunedì 1 settembre 2025

Sangue freddo!

Sangue freddo. È un'espressione spesso utilizzata per invitare ad affrontare con lucidità una situazione difficile, senza cedere al panico. Il più delle volte la si usa magari a fronte di eventi difficili della vita, ma che comunque raramente richiedono un intervento in pochi secondi. Invece… a me è capitato ieri.

Ero (finalmente) al campo dopo almeno 15 giorni di rinvii. La voglia di volare si era dunque accumulata tanto che avevo caricato tutte e quattro le mie batterie a disposizione (in genere faccio solo 3 voli, quindi ne uso 3). Vista l'erba un po' alta, decido di usare Yusha che ha le ruote del carrello più grosse. Faccio tre voli nel giro di 90 minuti. Tutto ok. Poi decido di fare l'ultimo. Delle 4 batterie, una è diciamo "meno performante" di altre. Per cui tendo la lasciarla per ultima. Casomai non la utilizzassi, sarebbe un "danno" lieve. Per la precisione è la numero 3 (visto che sono identiche le numero per distinguerle). Complice una imperdonabile leggerezza  - non verificare la carica di ogni batteria prima di inserirla nell'aereo, cosa che invece faccio ogni volta da 10 anni - non mi accorgo di rimettere dentro alla fusoliera la batteria numero 4 che avevo già usato in precedenza, convinto che fosse quella ancora da scaricare. Ciò vuol dire che invece di poter godere del 98-99% di carica, ne avevo forse solo 30-35%.  Il dramma era subdolamente dietro l'angolo.

Decollo. Tutto ok. La batteria suo malgrado reagisce a questo surplus di richiesta di energia. Dopo 2 minuti e mezzo (cioè circa metà del mio normale tempo di volo) mi accorgo di un impercettibile sussulto, poi sento il rumore tipico di quando l'autovettura "beve" l'ultima goccia di benzina del serbatoio, e vedo Yusha rallentare in modo drammatico. "Merda! È saltata la batteria!" Penso mentre una scarica di paura mi attraversa le mani. In tre secondi mi sono dunque reso conto che: 1) avevo un problema serio; 2) che Yusha non aveva più motore; 3) che dovevo fare un atterraggio di emergenza che fosse il meno rovinoso possibile, ma ero ben lontano dal punto in cui di norma faccio l'ultima virata per atterrare.
Non so se l'esperienza o cosa, fatto sta che il mio corpo si è posto in modalità "Houston abbiamo un problema…": ovvero concentrazione a mille e panico soffocato. Ci sarà tempo dopo per scaricare tutta la tensione. Faccio veleggiare Yusha cercando con l'occhio la parte di terra che potrebbe essere meno rovinosa in caso di caduta goffa. Sorvolo un pezzo di terra coltivata, poi per miracolo raggiungo un lembo di pista e faccio posare Yusha in modo sgraziato ma intero. Lo raggiungo con l'ansia di vedere il carrello azzoppato, ma è tutto intero. Così lo raccolgo e raggiungo interdetto la zona piloti. "Che cazzo è successo?" mi chiedo,  prefigurando già di buttare quella batteria divenuta un pericolo. Arrivato al tavolo misuro la carica restante e vedo che all'1%.  
Insomma avevo consumato ogni singolo elettrone ancora disponibile.

Passa mezz'ora e condivido con gli amici del campo lo scampato pericolo. Poi, per curiosità, raggiungo la mia cassetta degli attrezzi e misuro la carica di ogni batteria. Con sorpresa noto che la numero 3 ha il 98% di carica. A quel punto era evidente che avevo preso la 4 due volte. Mi sono dato dell'imbecille per mezz'ora. Poi, però, ho lodato il mio sangue freddo che mi ha permesso (assieme ad una legittima botta di culo) di non far sfracellare Yusha. Oggi è andata bene...

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