Succede
anche con i cani. Se stai parlando con un amico e fai riferimento ad una terza
persona che l’interlocutore conosce ma non riesce
a identificare, capita spesso di sentire dialoghi pressappoco così:
- «Conosci Roberta?».
-
«Roberta... chi? Come si chiama?».
- «Boh... il
cognome non lo so. Quella alta, mora, con gli occhiali...».
- «Uhmmm
mora... alta...».
- «Dai,
quella che ha il Bassotto...».
- «Ah sì...
Roberta... ora ci sono!».
Il cane
dunque - meglio se si fornisce anche il nome (es. «Dai, quella che ha il
Bassotto di nome Ugo...»), diventa un elemento identificativo di secondo grado:
se cioè la descrizione fisica non porta a risultati apprezzabili, il cane facilmente sì.
Lo stesso
accade in campo aeromodellistico. Proviamo allora a variare leggermente il
dialogo, e il risultato sarà identico:
- «Conosci Marco?».
- «Marco...?
No... non mi dice niente. Marco chi?».
- «Boh... il
cognome non lo so. Quello robusto, con la barba...».
- «Uhmmm no...».
- «Dai,
quello che ha il Pilatus...».
- «Ah sì... Marco...
ok. Vola a....».
Curioso
dunque come elementi che non ci caratterizzano direttamente (diversamente invece dall'aspetto
fisico) possano comunque identificarci: il cane, il modello... ma anche l’autovettura
o la moto. Curioso è anche il fatto che ci siano anche delle variabili diciamo
di secondo livello. Ipotizziamo allora un ipotetico Luigi che ha un modello (oggi fuori produzione) U Can Fly. E
diciamo che in un campo volo ci sono altri piloti che guarda caso hanno anche loro lo
stesso trainer. Il dialogo diventa:
- «Conosci Luigi?».
....
- «Dai,
quello che ha l’U Can Fly...».
- «Ma no,
quello è Francesco».
- «No... io
parlo di Luigi, quello che ha l’U Can Fly rosso. Francesco ce l’ha verde...».
Il modello
dunque può identificarci, e non solo a livello diciamo “anagrafico”. Parla
anche di noi su un piano superficialmente connotativo: ovvero racconta un po’ di
noi. A parità di disponibilità economica e di caratteristiche tecniche, la preferenza
data ad un modello della Seconda guerra mondiale sarà diversa rispetto ad esempio ad un
modello acrobatico, oppure ad elica intubata, e ancora di più rispetto ad un
motoaliante.
Infatti
nella scelta del modello - e moltissimo anche delle livree disponibili - entrano in gioco
fattori personali che la condizionano. Lasciando fuori - lo ripeto - ogni
elemento tecnico, di costo e di prestazione. D’altra parte perché ad esempio si
sceglie un’autovettura piuttosto che un’altra? Perché parla di noi. Aggiunge un valore aggiunto a quello che siamo o che - il più delle volte - vorremmo essere o, meglio, vogliamo far credere di essere. Se arrivo
con una Golf GTI è diverso che se arrivo con una Ford Fiesta. Se ho scelto un colore rosso della carrozzeria, vorrà pur dire qualcosa. Perché non bianca o grigio chiaro? Così i modelli: un
Cessna non è un Pilatus e non è un qualsiasi acrobatico spinto. E non solo per evidenti ragioni di aspetto. Lo è anche perché
racconta qualcosa del nostro modo di volare, delle nostre aspettative, e in generale del nostro modo di
essere piloti RC.
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