L’asta della
manica a vento, oggi, è una stalattite di brina che si erge nuda verso un cielo
color pastello. Come l’albero maestro di un vascello incagliato nei rigori dell’inverno,
mentre ai suoi piedi un mare di brina congela il verde di un’erba che aspetta
quieta di crescere, tra macchie di terra nuda e lombrichi che neanche hanno più
voglia di fare danni.
C’è una
fissità irreale in questo lembo di mondo perduto nei boschi. Tutto appare
bloccato come in un gelido incantesimo che ha fissato all’istante ogni rumore,
voce, ma anche aspettativa e breve sogno di gloria aeronautica. E il sole che
sbuca timido e scialbo dietro ad una coltre di nubi, nemmeno ce la fa a
sciogliere i lacci che bloccano tutto come un mondo sospeso dentro una sfera di
vetro da agitare per vedere una finta neve scendere rigogliosa.
Oggi tutto è
silenzio, in questo inverno che s’ha da passare scaldando sogni ed emozioni,
insieme a batterie e motori. In questa sospensione del tempo dettata dalla
paura, dalle leggi di chi la antepone al calore di cuori che osservano questo
mondo di brina e freddo, scrutando il meteo e la speranza di nuove ripartenze.
Oggi s’ha da
guardare le nostre bestiole volanti con lo sguardo dolce del padre che osserva
il bimbo febbricitante e incagliato tra lenzuola e attenzioni, mentre non
aspetta altro che correre di nuovo nell’aria fresca d’una primavera che
arriverà anche quest’anno. Perché sì, verrà ancora il tempo in cui il sole
scioglierà questo incantesimo e - come per magia - ogni parola, emozione, suono
sospeso nella fissità del ghiaccio, tornerà a sciogliersi e a rivelarsi -
magari di mattino presto, quando non c’è ancora nessuno - ai pochi piccioni che
aspettano ancora di inseguire i loro goffi compagni di balsa e polistirolo,
tubando eccitati e divertiti.
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